Terrible two! - LeggiMitù
418
post-template-default,single,single-post,postid-418,single-format-standard,bridge-core-1.0.4,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode_grid_1300,footer_responsive_adv,qode-content-sidebar-responsive,qode-theme-ver-18.0.8,qode-theme-bridge,disabled_footer_bottom,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

Terrible two!

Gli inglesi, attribuiscono ai bambini di due anni questo aggettivo: terrible! (terribili)perchè?

Quando il bimbo spegne le sue due candeline sulla torta, tutto sembra normale…improvvisamente però urla, pianti inconsolabili, “capricci”, piovono dal cielo!

Non abbiate paura, cari genitori, cari maestri, è una fase normale ma importante che va affrontata con serenità e tenacia. Il nostro piccolo, inizierà in questa fase, a sentirsi come un’unità  corporea separata dai genitori, dotata di pensiero proprio.

Inizierà a dire tanti “no!”, a pronunciare il pronome “io” , “è mio”,e si riconoscerà allo specchio.

Solitamente il bersaglio preferito dai bambini è la mamma, perchè è la persona con cui hanno più confidenza, e con lei solitamente si sentono più liberi di esprimersi.

Come comportarsi ?

I genitori devono dare al bambino delle regole, che devono essere poche, semplici ma allo stesso tempo ferme, spiegando perchè una cosa va fatta e un’altra no.

Dare un nome alle emozioni è molto importante , e  solitamente il bambino verso i 18 mesi non riesce a spiegare e  denominare quello che sente. Quando sono arrabbiati, ci sembrano incontenibili, ma quello che dobbiamo fare noi adulti è lasciare che passi, a volte può essere d’aiuto anche un abbraccio o semplicemente un sedersi accanto a loro, come a dire” io ci sono, sono qua e ti ascolto, ti spiego”.

La regolazione emotiva soprattutto quando il bambino è così piccolo, è mediata dal contatto fisico, una carezza, un abbraccio sono dei potenti mezzi. I caregiver devono sentirsi tranquilli e rilassati, evitando di farsi prendere dall’ansia e dalla preoccupazione, perchè se sente questo si sentirà spaventato.

I bambini a due anni sono alla ricerca di indipendenza, ma allo stesso tempo cercano protezione e “paletti”.

Freud ci diceva che un aspetto importante ( sia per grandi che per piccini), è non perdere la percezione del proprio corpo, non fare in modo che un’emozione prenda il controllo.

 

Come possiamo quindi aiutare i bambini?

Mi vengono in mente delle attività da fare con i bambini come ad esempio raccontarci cosa ci fa arrabbiare: “Sai Marco alla mamma fa tanto arrabbiare quando il pullman non passa”, oppure disegnare le cose che ci fanno tanto arrabbiare e poi strappare il foglio, dare un colore alla nostra rabbia ( che solitamente in tutti i libri per bambini, ma anche nella realtà è il colore rosso), tutte le attività di manipolazione che possono essere il pongo, l’argilla.

Un altro aiuto importantissimo sono i libri. Il libro “Che rabbia” è uno dei più conosciuti e che a me sinceramente piace davvero moltissimo.

Il libro racconta la storia di Roberto, un bambino che torna da scuola ed è molto arrabbiato. Il papà così gli chiede di andare nella sua cameretta per calmarsi un po’. Ma all’improvviso Roberto “sente una cosa che sale che sale” diventa tutto rosso in viso, e la rabbia improvvisamente esplode. Dalla sua bocca esce un mostro tutto rosso che inizia a lanciare i suoi giochi, i suoi libri, la sua lampada, distruggendo tutto.

Roberto decide così di mettere il mostro dentro la scatolina della rabbia e decide di non farlo uscire più.

In poche pagine l’autore del libro attraverso parole e immagini fa capire ai bambini che la rabbia può fare dei veri pasticci, ma ogni bambino quando è molto arrabbiato può tenere a casa o all’asilo una scatolina rossa dentro la quale metterà la sua rabbia, quando sentirà il suo visino cambiare colore e la sua pancia brontolare.

A casa potete tenere delle scatoline a portata di mano di colore diverso:

-scatola Blu come la tristezza, dentro la quale potrete mettere dei pupazzi da coccolare, o dei giochini con musica allegra

-scatola Rossa come la rabbia, con dentro qualche oggetto da stringere con tanta forza

-scatola Gialla come la gioia, con dentro l’oggetto transizionale, un ricordo particolare

-scatola Nera come la Paura: dentro la quale si potrà mettere una torcia che fa una grande luce!

Gli oggetti che metterete dentro le scatole, diverranno veicolo di comunicazione non-verbale: il bambino si allontanerà dalla situazione che gli procura un forte turbamento, per cercare uno spazio dove ritrova sè stesso, mettendo un po’ d’ordine in quel suo piccolo grande mondo interiore.

 

Libri

-” Che rabbia!” di Mireillè d’Allancè,  Editore Babalibri

– ” Il libro arrabbiato”di Cedric Ramandier, Editore L’ippocampo

– ” Sono arrabbiato, le emozioni di Banù” di Aureliè Chien Chow Chine, editore Giunti

 

 

 

Ancora nessun commento

Lascia un commento