19 Mag Le mani di papà

Quando la mamma aspetta un bambino, ad attenderlo ci sono le mani di papà.

Mani che accarezzano, accompagnano, incoraggiano, sostengono, guidano e aiutano a crescere.

La componente testuale è molto ridotta, poche parole per pagina, spesso scelte tra suoni onomatopeici. Il libro inizia con la raffigurazione di un gesto un po’ timido da parte del papà che accarezza il pancione della mamma, prosegue poi con gesti e giochi di vita quotidiana come ad esempio il solletico, la prima volta in piscina e sullo scivolo.

In questo libro il rapporto tra padre e figlio viene descritto in modo poetico.

Il padre è una figura primaria, insieme alla mamma, nel costruire e determinare il clima psicoaffettivo in cui si sviluppa il bambino.

Il padre, non per forza biologico, ha una responsabilità illimitata, che non ha termine.

Molto spesso l’importanza del padre viene messa da parte, si parla solo del rapporto mamma-bambino. Tra i più noti psicologi dell’infanzia c’è Michael Lamb, che afferma che i padri non vanno messi da parte o dimenticati, hanno quindi pari diritti e meriti della mamma.

Mamma e papà hanno semplicemente una fisicità diversa, per questo anche un modo di giocare differente: ad esempio i padri sono più agitati nel gioco le mamme invece sono più tranquille, i padri incoraggiano l’indipendenza, mentre le madri la sicurezza.

Inizialmente si credeva, che solo le madri assumessero un linguaggio semplificato parlando ai bambini chiamato:”motherese”, ma poi ci si è resi conto che anche i padri e gli adulti in generale utilizzavano un linguaggio speciale rivolto a loro chiamato CDS ( CHILD DIRECTED SPEECH).

Per concludere cito una frase trovata in un libro che mi piace molto: “Ascoltiamo i papà. Senza pensare che debbano arrivare sempre un po’ dopo e che sappiano un po’ meno perché non sono mamme.

Sanno diversamente, proprio perchè sono papà!”

(I bambini devono essere felici, non farci felici, Elisabetta Rossini- Elena Urso)

Libro: “Le mani di papà” Emile Jadoul

Edizione: Babalibri